Un post sul cambiamento, nato così di
getto...
Credo che le
persone cambino! A volte così all'improvviso, altre volte non basta una vita,
eppure cambiamo. Come il tempo scorre allo stesso modo noi ci trasformiamo. Può
sopraggiungere un avvenimento che ci segna in modo indelebile, uno schiaffo violento che ci
colpisce diritti in faccia senza dare il tempo per difenderci. Può
accadere che un’idea, un pensiero, un dubbio ci corrodano piano, senza nemmeno che
ce ne rendiamo conto; ma quando, poi, ci voltiamo indietro dopo anni, la nostra vita ha
mutato visibilmente il proprio corso.
Credo nella
forza del cambiamento. Essere fermi è come essere morti, non esiste niente in
questo mondo che non muti d'aspetto. Cambiare significa crescere,
maturare, realizzare quegli obiettivi che ci eravamo posti, inseguire quel
sogno che per quanto lontano, sappiamo che un giorno lo afferreremo con
entrambe le mani, o almeno così speriamo. Cambiare significa credere
maggiormente in se stessi, nelle proprie forze, confrontarsi e dialogare col
proprio io, col proprio passato, accettarsi per quello che si è, senza timore dei difetti che possiamo scoprire.
Cambiare significa avere il coraggio di guardarsi nello specchio ogni mattina senza avere paura di vedere la nostra immagine riflessa.
Non esiste
un periodo storico che, per quanto lungo, non abbia mutato il proprio corso
attraverso una crisi profonda! Crisi di religioni, crisi politiche, crisi
economiche hanno indotto l’uomo a dichiarare guerra contro altri popoli, se non
addirittura contro se stesso. Ogni crisi diventa, così, sintomo della volontà
di cambiare, di mutare il proprio destino. Con prepotenza la crisi nasce
da un luogo nascosto nel profondo e viene a galla dapprima
con circospezione, poi con sempre maggiore forza. Possiamo tentare di reprimere
questa voce, però il "mondo" ci dice che questo è male! Non bisogna sopprimere i propri impulsi.
La
moderna psicoanalisi, a ben guardare però, considera la repressione come un meccanismo di difesa del
proprio organismo che entra in azione con modalità fuori dalla sfera della nostra coscienza.
Ad esempio: di fronte a una situazione che genera un angoscia eccessiva il nostro
io tende a difendersi. Se questi meccanismi “auto-difensivi” non diventano
eccessivi, cioè non degenerano in forme di disturbi mentali, sono leciti, anzi
ci aiutano ad adattarci alle varie situazioni di stress presenti nella quotidianeità.
In fin dei
conti, è la vita che ci induce a cambiare. Noi possiamo
scegliere da che parte girare agli incroci che si presentano dinnanzi, ma questi incroci sono tra loro concatenati. Ogni volta che scegliamo di girare a destra o a sinistra, ecco che in fondo alla strada si ripresenterà un nuovo incrocio. Se proviamo a
tornare indietro, perché quella direzione non ci sembrava giusta, scopriamo che l’incrocio
che avevamo lasciato adesso si è trasformato, così come cambiano le persone e le situazioni della vita. Voler rivivere fatti e avvenimenti passati e come voler afferrare qualcosa che
non c’è più, che ormai è andata via per sempre. È come tornare in un luogo a distanza di anni.
Io credo, però,
che di errori ne facciamo tanti quando decidiamo da che parte svoltare. A volte ci facciamo ingannare dall'aspetto delle cose, dall'amico che ci rende partecipe delle proprie riflessioni, dal mondo che ci spinge verso determinate mète o,
addirittura, da noi stessi, quando i nostri desideri perdono il contatto con la
realtà. Invece, noi dovremmo considerarsi unici e diventare quello che ci sentiamo di essere. Potremmo, così, trasformarci nel miracolo che
cambia realmente la nostra vita. Ma come fare? Iniziando, innanzitutto, ad amare e a rispettare noi stessi e gli altri. Purtroppo, però, ci perdiamo in futili chiacchiere e ci giustifichiamo dicendo che siamo noi quelli “sbagliati”, ci lamentiamo, ci accolliamo pensieri e sofferenze che il mondo a stento può comprendere, tanto sono irreali!
Diverso non significa sbagliato! Senza voler
eccessivamente semplificare il discorso, negli anni ho cercato di adottare uno
stile di vita basato su un unico pensiero che, chiaramente, va preso con le
dovuto attenzioni per non cadere in facili estremismi o semplificazioni, per
essere riportato di volta in volta al vissuto concreto e indirizzare, così, il percorso di vita verso il "meglio" che si presentava. La perfezione non esiste nell'uomo, questo è certo, ma l'aspirazione a migliorarsi è insita in ognuno di noi! Ecco il pensiero: tutto quello che divide è male e, soprattutto, fa male; tutto
quello che, invece, unisce è bene, quindi dettato dall'amore.