C’era una
volta…
una bellissima
bambina, dai capelli nero carbone e dal viso chiarissimo, nata in un florido
regno. Era la figlia del re e della regina e viveva in un enorme castello; vi
erano più di cento stanze, alte torri difensive, un fossato tutt'intorno e un
enorme ponte levatoio. La fortezza era posta su un’altura, e attraverso le
merlature si distingueva il paesaggio circostante: i campi coltivati, le abitazioni
dei contadini, i prati, un fiume che scorreva lento e un fittissimo bosco. In
lontananza si scorgevano alte montagne rocciose, che d’inverno si coprivano del
bianco candore della neve.
Per la piccola principessa il mondo fuori dalle mura era un luogo fatato. Osservava tutto con
grande meraviglia e stupore. Cresceva felice e non le mancava nulla. Studiava
ballo, sapeva cantare, si divertiva a suonare il piano e dipingeva all'aria aperta nelle stagioni calde. Col freddo preferiva, invece, passare lunghi
pomeriggi nell'enorme biblioteca del castello, a leggere favole e avventure e a
sognare storie d’amore. Aveva innumerevoli passioni e la regina seppe darle un’educazione così come si conviene a una persona del suo rango.
Caratterialmente era sempre allegra, solare ma non riusciva a stare ferma per
troppo tempo, incorrendo così nelle ire del re.
Come ogni
anno, in un giorno di maggio, quando la natura cambia aspetto e si riveste di
mille colori, al castello fu organizzato un grandioso spettacolo dove potevano
esibirsi i migliori artisti provenienti da ogni parte del regno e anche da
fuori. La principessa, ormai adolescente, rimase colpita da un giovane che
suonava una ghironda. Era alto, snello, dai capelli castani e dagli occhi
marroni, con la pelle chiara e un bellissimo sorriso. Si informò dal
ciambellano e venne a sapere che era un principe di un reame confinante. Al ballo
della stessa sera i due ragazzi si parlarono e, sulle scale del castello, quando
non era ancora scoccata la mezzanotte, si diedero il primo bacio.
I due
innamorati non riuscivano a vivere l’uno senza l’altra, cosicché il giovane principe
prese dimora in un sontuoso palazzo poco distante, al confine del bosco.
Trascorrevano le giornate cavalcando per il regno ed esplorando luoghi sempre
più lontani; un giorno arrivarono su una spiaggia dove videro per la prima
volta l'immensità dell'oceano. Un'altra volta, invece, salirono sulla sommità
del monte più alto, dove vi era un bellissimo lago creato dall'acqua di una
cascata. La maggior parte delle volte, però, ai due giovani bastava veramente
poco per essere felici, anche solo sdraiarsi su un prato a fissare le nuvole
o a contare le stelle della notte.
Passarono alcuni
anni e l'amore crebbe insieme a loro. Iniziarono a parlare di una vita
insieme, di una famiglia, del futuro, di quando sarebbero divenuti re e regina e
avrebbero unito i due reami. Però, un brutto giorno il principe fu richiamato nel suo regno in quanto il re versava in gravi condizioni di salute. I due giovani
iniziarono, allora, a scriversi: parlavano del loro amore, delle giornate che trascorrevano lente e dell’assenza che l’altro portava nelle proprie vite. La principessa,
nel frattempo, soffrendo la solitudine, iniziò a uscire dal castello,
travestendosi e cambiando di aspetto. L'aiutava cavalcare libera all'aria aperta per riscoprire tutti i luoghi condivisi con l’amato. Alcune guardie, però la riconobbero quando una sera rientrò al castello, bagnata
fradicia per colpa di un improvviso temporale estivo. La voce iniziò a
diffondersi, tanto che il re ordinò alla principessa di non varcare più le alte mura.
Poco tempo
dopo arrivò nel regno un misterioso indovino, del quale si diceva che possedeva anche incredibili poteri magici. Si fermò a
cenare in una locanda del paese, dove conversò con alcuni boscaiolo e
contadini. Venne a conoscenza della bizzarra storia della principessa
che, dopo la partenza dell’amato, cavalcava malinconica nella pianura fino al limitare del bosco. Pensò, allora, che chi fosse riuscito a conquistare la mano della
ragazza sarebbe diventato il padrone di quel ricchissimo regno. Preparò,
così, un espediente per tentare di farla uscire dal
castello: diffuse la voce che avrebbe esaudito un unico desiderio in tutto il
regno, destinato alla sola persona che, raccontandogli la storia della sua vita,
lo avrebbe commosso.
L’indovino
conosceva bene che la principessa aveva un unico punto debole: non era capace di provare gratitudine per gli avvenimenti importanti della sua vita; nel suo cuore, infatti, viveva un senso di insoddisfazione e di inquietudine. La
ragazza venne ben presto a sapere della presenza di questo potente indovino,
perché le notizie passavano rapide nel regno. Dopo aver riflettuto accuratamente, o almeno questo faceva credere a se stessa, una sera,
durante il cambio della guardia, uscire dal castello nascosta in un mantello nero in groppa al suo cavallo. Corse veloce finché non giunse nel luogo dove risedeva l’indovino, che la stava aspettando.
La tenda era
situata nel mezzo di una radura. Poco vicino vi era acceso un fuoco e delle
fiaccole erano disseminate qua e là; non c’era nessuno nelle vicinanze. La
principessa legò le briglie del cavallo ad un albero e si avvicinò all'ingresso facendo dei profondi respiri per vincere la paura. Quando entrò vide un luogo davvero sorprendente, luminosissimo
con lampade d’oro, finissimi arazzi e tappeti sul pavimento; nel centro un
tavolo con sopra una sfera di cristallo. Dietro c’era l’indovino che la guardò
e le sorrise. La paura si trasformò in una sensazione di sicurezza e la giovane
si accostò risoluta, sedendosi su un piccolo pouf rosso.
L’uomo prese la parola: «Ti stavo aspettando». La giovane, meravigliata, rispose:
«Come può essere?». L’indovino, che fece finta di non aver sentito, continuò e le chiese di parlargli dei
suoi sogni. La principessa disse allora: «Ho già in mente quale sarà il
desiderio che voglio esprimere, quello di poter raggiungere la persona che
amo»; ma l’indovino la interruppe bruscamente, ribadendo che voleva sapere dei suoi sogni non ancora realizzati. L’odore
dell’incenso si fece penetrante e la giovani cominciò a parlare con più
disinvoltura: raccontò di lei, del suo mondo, della sua adolescenza, del padre e della
madre e della perenne insoddisfazione che provava, come se le mancasse qualcosa
che forse non dipendeva dall'amore, o forse sì? Le ore trascorsero veloci e iniziò
a sentirsi confusa mentre fuori albeggiava.
Al castello,
intanto, un’ancella, che non aveva trovato la principessa nel suo letto, diede subito
l’allarme. Il re inviò i suoi uomini più fidati in ogni parte del regno. L’indovino, allora,
continuò: «Io posso esaudire il tuo desiderio; prima, però, mi devi
dimostrare che questo desiderio valga più della tua vita attuale». La prese
per mano e la condusse fuori dalla tenda. Non si trovavano più nella radura a
poche miglia dal castello, ma su un sentiero montano dal quale si scorgeva un
enorme e fastoso palazzo. Il paesaggio era davvero bello e
la principessa era sicura di quello che stava facendo, adesso voleva andare fino in
fondo. Ma più ascoltava la voce dell’indovino, che ormai si era
impadronito di ogni suo pensiero, e più l'amore per il principe sembrava
affievolirsi e diventare soltanto un ricordo, sempre più lontano...