giovedì 4 luglio 2013

FUGACE OMBRA

Ecco un post sul senso di un amore che sembra svanire.

Ti ho sempre amato con sincerità e rispetto, con sacralità come si adora una divinità. Ho pregato per esso nelle notti quando la luna era un piccolo spicchio nel cielo, quando eri lontana e sola nella tua stanza. Ho combattuto nel tentativo di tenerlo vivo, acceso come un soffio possente su una scintilla di fuoco, nella speranza di farlo divampare più forte di prima. Ho cercato nella tua anima qualunque cosa potesse renderti felice, potesse renderti fiera, senza avvicinarmi eccessivamente per non invadere i tuoi spazi. Ho sopportato sguardi e respiri che non parlavano di noi, menzogne leggere che come foglie ingiallite scorrevano silenziose sull'acqua di un ruscello. Attendevo il trascorrere del tempo per parlarti ancora di noi, dall'alto di una vita insieme, ma voltandomi indietro ho visto solo lo squallore di un cuore che lentamente diventava di pietra.

Hanno detto che ci vuole coraggio nel lasciare andare una persona, ma io credo che il coraggio stia nel continuare ad amare quella persona, rischiando il proprio e l’altrui futuro, anche quando ci sembra che quel sentimento stia svanendo. Perché il senso razionale si perde nell'infinito spazio che il vuoto lascia dentro di noi; perché solo sfidando la logica incoerente dei nostri desideri, l’amore può tornare a battere più forte; perché l'essenza dell'amore è proprio nel credere in se stessa anche quando il resto ci parla di altro. La parola coraggio deriva, appunto, dal latino “cor habeo”, cioè “ho cuore”. Come sì può, allora, avere cuore quando si lascia morire un amore? Come si può essere forti brandendo un bastone contro chi giace indifeso? Come si può essere sereni se la ferita inferta pesa sulla nostra coscienza come un macigno insostenibile?


L’amore che si dichiara razionale è un amore che muore ogni giorno! Inoltre, siamo noi che decidiamo di estirparlo, siamo noi che decidiamo di farla finita, provando quell'enorme dolore che sopiremo al prezzo di sopprimere quella voce interiore che parla attraverso la nostra anima. Quando crediamo di non amare più una persona, purtroppo l’amore resta là, sul fondo della nostra interiorità. Potranno passare mesi, anni, potremo credere di aver fatto la scelta migliore, ma abbiamo solo rinnegato la sostanza più pura che ci teneva veramente in vita, che non ci faceva semplicemente respirare; potranno passare mesi, anni, ma l’amore non potrà essere cancellato, perché l'amore è vivo contro la nostra volontà. Crederai, pertanto, che del tempo insieme sia rimasto soltanto un profondo affetto, così come gli antichi alchimisti credevano di poter trasformare il metallo più grezzo in oro.

Fuggi via dunque, fuggi lontano, perché la voce del dolore ti inseguirà ovunque. Fuggi finché il tuo cuore non smetta di sanguinare, perché solo allora si sarà trasformato in pietra, perché solo allora avrai ucciso la parte più bella di te. Tanti ti diranno che hai fatto la scelta giusta, che la maturità si raggiunge anche nel soffocare i propri sentimenti, che la volontà ti permetterà di scalare le montagne, che i giorni cicatrizzeranno ogni cosa… Peccato, però, non aver riconosciuto per tempo quel miracolo che ti poteva rendere diversa, rendere unica e non schiava del tuo egoismo, in un mondo dove vale principalmente il proprio io. Peccato non aver creduto che l'amore è vero solo se lotta per se stesso, perché vuole emergere sempre, nonostante tutto, perché ben presto l’avresti riscoperto più forte di prima, più forte di tutto quello che pensavi valesse di più. Purtroppo l’inganno più grande è nel credere di aver compiuto la scelta migliore quando l’essenza più profonda del tuo essere, quella che si chiama amore, muore calpestata da una fugace ombra di libertà.

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