mercoledì 10 aprile 2013

COME PUÒ CAMBIARE L'ASPETTO DELLE COSE

Già vi anticipo che quello che segue è un post di sfogo. Il mondo troppe volte ci mette in una condizioni di disagio e di sofferenza e allora non resta che cercare un perché a tutto questo. Ma non sempre nella vita c'è una risposta soddisfacente... O almeno nell'immediato non sembra esserci.

Come può cambiare l’aspetto delle cose, che siano fatte di plastica o di emozioni, che siano di vetro o di ferro, che siano di sentimenti o di impulsi, che sia un paesaggio montano o una veduta marina, una piazza affollata in autunno o una strada deserta nella calura estiva, come può cambiare l’aspetto delle cose a seconda dell’angolazione con la quale le guardi. Immagina una città a Capodanno, da poco è scoccata la mezzanotte e ti trovi immerso tra le tante persone che festeggiano l’avvenimento, che si agitano felici; sei pervaso per empatia dall'euforia generale. Pensi che la gioia di una singola notte possa cancellare le delusioni dell'anno appena trascorso? Oppure possa renderlo migliore? Eppure sembra proprio così! Sembra che nel frastuono e nell'eccitazione generale tutti vogliano prendere parte al "nuovo" e abbandonare il "vecchio".

Prova ad immaginare di guardare la scena dall'alto di un palazzo; sei affacciato alla finestra di una grande piazze, la piazza principale della tua città. Non c’è nessuno a trasmetterti quella sensazione di allegria che sembra pervadere ogni persona. Vedi gente che si ammassa, si spintona, strilla senza un motivo apparente… Torni in casa, chiudi la finestra e quella notte diventa tutt'altro: un momento per tirare le somme dell’anno appena concluso. Nel cuore dell’uomo c’è sempre un senso di insoddisfazione, di inquietudine che può placarsi per alcuni momenti, per alcune ore, anche per diversi giorni se la tua vita procede nel verso giusto, se sei felice e non pensi alla tristezza, se sei sereno e non ti preoccupi della tempesta che da un momento all'altro può abbattersi, senza preavviso alcuno.

Così scivola tutto via. Un lavoro che ti dava sicurezza, un’amicizia che credevi indissolubile, oppure un amore radicato negli anni, come un fulmine a ciel sereno che colpisce un albero e lo incenerisce. Ma forse non è solo un gioco del destino; forse avresti dovuto guardare con più attenzione ai segnali che la realtà celava. Nel bene e nel male il cambiamento è percepibili con anticipo. A volte basta voltarsi indietro e guardare lontano, altre volte il tempo è più esiguo, così breve che non ci viene offerta neanche l'opportunità di organizzare una difesa. E resti lì immobile, sembra che ti sia stata strappata via l’anima dal petto. Non riesci a respirare e sembra che neanche il dolore voglia aiutarti a dare un senso a quello che stai vivendo.

A questo punto inizi a ricordare. I tuoi pensieri percorrono da principio tutto quello che hai perduto. Attimo dopo attimo, sorriso dopo sorriso e pianto dopo pianto. Tutto quello che ti ha reso felice, specialmente le piccole cose. Ritenevi che ogni singolo gesto compiuto per amore fosse scritto a fuoco sulle ali dell’eternità e potesse tornate a te nel momento più oscuro, per afferrarti e portarti in alto. Invece accade il contrario: proprio ciò che ti avrebbe dovuto salvare ti trascina a fondo, via con sé. Cerchi di bloccare questo meccanismo, ma non c’è niente che ti possa aiutare. Ormai sei schiavo degli altri, se schiavo di te stesso.

Non resta che fare i conti con la propria vita, tirarne le somme. Perché una sola trave che vacilla può far crollare un’intera casa. Capisci allora che un sol pensiero, un sol gesto, anche solo un piccolissimo dubbio che si era insinuato nell'anima può corroderla fin nel profondo, senza nemmeno che te ne renda conto; e qui non c’è possibilità di essere giusti o sbagliati. Basta una parola di un amico, di una persona che ritieni cara, o anche solo quella di uno sconosciuto, è così il dubbio è entrato in te. Se non hai la forza per combattere, questo distruggerà sia te che il mondo intorno. Com'è facile per una sensazione fisica o un pensiero cancellare un amore di anni. Com'è facile credere di intraprendere la scelta migliore calpestando quello che fino a poco tempo prima ritenevi quanto di più sacro la vita ti avesse donato. Non ci sono scelte giuste o sbagliate se a dettarle non è la verità insita nel tuo cuore.

Puoi essere Hitler che, seguendo la sua “voce interiore”, attuò lo sterminio di migliaia di persone indifese, abbandonate alla più arida crudeltà per un "bene superiore"; puoi essere Madre Teresa che, seguendo la sua “voce interiore”, si batté per costruire una casa dove le persone affette da malattie terminali potessero passare a miglior vita con dignità, circondate dall'amore e secondo i riti della propria fede, senza discriminazione alcuna. Da questo insegnamento ho imparato una sola cosa: a bypassare l’esperienza per risalire alla volontà che era all'inizio di una qualunque azione o di un qualunque sentimento. L’aspetto che rende liberi, se ci può essere libertà in questo mondo, non è quello di seguire le proprie sensazioni o i propri desideri, che siano dettati dal corpo o dall'anima, ma continuare a costruire la strada intrapresa, nonostante tutto.



Ci sono momenti in cui smarriamo il cammino della vita. Ogni pellegrino deve passare nel deserto prima o poi. La soluzione più semplice sarebbe fermarsi in un’oasi: lì c’è acqua in abbondanza, cibo, riparo dalla calura, compagnia, riposo, nonché un paesaggio notturno di una bellezza indefinibile. Migliaia di stelle che brillano nell'oscurità sembrano metterti in contatto col divino e col resto del mondo. L’ambiente ti affascina, ti desidera, ti invita a restare, a trattenere il tuo cammino. La tua bussola però continua ad indicare la direzione da seguire; una voce, al contrario, ti dice di sostare lì, di godere di ciò che puoi ottenere, perché in quel luogo c’è un piacere sconosciuto: un mondo fuori dalle regole dove puoi essere quello che vuoi; nessuno conosce il tuo passato, nessuno conosce realmente chi tu sia. Fermarti lì, però, significa scollarsi da dosso la tua esistenza e con essa quanto di buono e di vero c’è stato fino a quel momento; tutto quello che ti ha portato ad essere quello che sei.

Sembra facile scrollarsi da dosso il peso degli anni. La sensazione di libertà che ti aspetta ti affascina ulteriormente, sei disposto a sacrificare qualunque cosa per quella persona che col sorriso sulle labbra è pronta ad ascoltare la tua storia, le tue ansie e compartecipare alle tue sensazione. Ti fa sedere nella tenda, ti libera dagli abiti, ti mette a tuo agio, ti rinfresca con acqua pulita, ti ascolta con attenzione. Pensi di aver trovato un posto dove poter vivere per lungo tempo. Ebbene, può passare un anno, possono passarne due, anche cinque o dieci, ma ben presto ti accorgerai che non c’è felicità senza costruzione, che non c’è verità senza sofferenza, che non c’è libertà senza legami autentici. Ciò che si insinua strisciando, se non è schiacciato per tempo, è destinato a corrompere tutto, anche se all'inizio è un sibilo affascinante.

Ti ritrovi, così, prigioniero dentro una piccola scatola, lontano dal mondo, con i ricordi più cari a rammentarti che la tua vita era ben altra cosa. Che nel momento della difficoltà non hai saputo lottare in ciò che poco tempo prima ti era parso giusto e che, giunto nell'oasi, avevi rinnegato e considerato come il tuo fallimento più grande. Il bene non cambia, è la prospettiva del mondo che può ingannarci. La prospettiva è la tua libertà di scegliere che cosa fare della tua vita e del mondo. C’è chi decide di compiere sempre il bene, c'è chi insegue i propri istinti e i proprio desideri, tuttavia i più vacillano tra queste due strade, e tra questi ci sono anch'io. C’è forse bisogno di una vita per imparare a restare in equilibrio? Forse una vita sola non basta. La lotta è impari, questo lo so. Ma so anche che se la bussola continua a mostrare il nord, se non ci fermiamo per troppo tempo in uno stesso luogo, se continuiamo a percorrere il deserto, prima o poi quello che ci aspetta sarà incredibilmente superiore a quello che abbiamo lasciato attraversando la sabbia.

Questo è ciò in cui credo, perché l’ho provato io stesso: la resistenza e la perseveranza piegano ogni cosa, anche quando tutto appare scuro e non riusciamo a scorgere l’alba. Più grande è la forza e il coraggio di strapparci da questa condizione e più grande sarà la nostra vittoria. Purtroppo, o meglio per fortuna non possiamo intraprendere un qualsiasi percorso senza considerare le persone che camminano al nostro fianco. I sentimenti e le aspirazioni individuali possono trarci in inganno, il valore di chi ci sta attorno, essendo fuori di noi, è giudicabile con più serenità, soprattutto prendendo in considerazione i suoi atteggiamenti: colui che non ci rispetta entra subdolamente nella nostra vita e, così com'è entrato e ha carpito la nostra fiducia, ben presto ci rivolterà l’inganno. Chi ci ama e cammina al nostro fianco, è roccia su cui costruire il nostro futuro.

I sentimenti non scompaiono nel tempo, anzi si rafforzano anche mutando di aspetto, sta a noi viverli con la giusta angolazione. È una nostra scelta, ma se decidiamo di restare in fondo ad un burrone potremo mai vedere l’orizzonte? Inoltre, chi è sul fondo ha realmente la forza di scalare quelle pareti impervie? O è più facile illudersi scaricando sugli altri la colpa delle proprie mancanze? C’è sempre la possibilità di chiedere una mano a chi si trova più in alto di noi, ma mai a chi è più in basso, altrimenti ci tirerà giù con sé. Se non soffri per costruire un amore fatto di tenerezza e di fiducia, di speranza e di condivisione, resterai per sempre prigioniero nell'abisso di un burrone e non potrai mai ammirare lo straordinario paesaggio che ti attende sulla vetta della tua vita. 

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