Come può cambiare l’aspetto delle cose, che siano fatte di plastica o di emozioni, che siano di
vetro o di ferro, che siano di sentimenti o di impulsi, che sia un paesaggio montano o
una veduta marina, una piazza affollata in autunno o una strada deserta nella
calura estiva, come può cambiare l’aspetto delle cose a seconda dell’angolazione con
la quale le guardi. Immagina una città a Capodanno, da poco è scoccata la
mezzanotte e ti trovi immerso tra le tante persone che festeggiano
l’avvenimento, che si agitano felici; sei pervaso per
empatia dall'euforia generale. Pensi che la gioia di una singola notte possa cancellare le delusioni dell'anno
appena trascorso? Oppure possa renderlo migliore? Eppure sembra proprio così!
Sembra che nel frastuono e nell'eccitazione generale tutti vogliano prendere
parte al "nuovo" e abbandonare il "vecchio".
Prova ad
immaginare di guardare la scena dall'alto di un palazzo; sei affacciato alla finestra di una grande piazze, la piazza principale della tua città. Non c’è
nessuno a trasmetterti quella sensazione di allegria che sembra pervadere ogni
persona. Vedi gente che si ammassa, si spintona, strilla senza un motivo
apparente… Torni in casa, chiudi la finestra e quella notte diventa tutt'altro: un momento per tirare le somme dell’anno appena concluso. Nel cuore dell’uomo c’è sempre un senso di
insoddisfazione, di inquietudine che può placarsi per alcuni momenti, per alcune ore,
anche per diversi giorni se la tua vita procede nel verso giusto, se sei felice e non pensi alla
tristezza, se sei sereno e non ti preoccupi della tempesta che da un momento all'altro può abbattersi, senza preavviso alcuno.
Così scivola
tutto via. Un lavoro che ti dava sicurezza, un’amicizia che credevi
indissolubile, oppure un amore radicato negli anni, come un fulmine a ciel
sereno che colpisce un albero e lo incenerisce. Ma forse non è solo un gioco del
destino; forse avresti dovuto guardare con più attenzione ai segnali che la
realtà celava. Nel bene e nel male il cambiamento è percepibili con
anticipo. A volte basta voltarsi indietro e guardare lontano, altre volte il
tempo è più esiguo, così breve che non ci viene offerta neanche l'opportunità di organizzare una difesa. E resti lì
immobile, sembra che ti sia stata strappata via l’anima dal petto. Non riesci a
respirare e sembra che neanche il dolore voglia aiutarti a dare un senso a quello che stai vivendo.
A questo
punto inizi a ricordare. I tuoi pensieri percorrono da principio tutto quello
che hai perduto. Attimo dopo attimo, sorriso dopo sorriso e pianto dopo pianto.
Tutto quello che ti ha reso felice, specialmente le piccole cose. Ritenevi che ogni
singolo gesto compiuto per amore fosse scritto a fuoco sulle ali dell’eternità
e potesse tornate a te nel momento più oscuro, per afferrarti e portarti in
alto. Invece accade il contrario: proprio ciò che ti avrebbe
dovuto salvare ti trascina a fondo, via con sé. Cerchi di bloccare questo
meccanismo, ma non c’è niente che ti possa aiutare. Ormai sei schiavo degli
altri, se schiavo di te stesso.
Non resta
che fare i conti con la propria vita, tirarne le somme. Perché una sola trave
che vacilla può far crollare un’intera casa. Capisci allora che un sol
pensiero, un sol gesto, anche solo un piccolissimo dubbio che si era insinuato nell'anima può corroderla fin nel profondo, senza nemmeno che te ne renda conto; e qui non c’è
possibilità di essere giusti o sbagliati. Basta una parola di un amico, di una
persona che ritieni cara, o anche solo quella di uno sconosciuto, è così il dubbio è entrato in te. Se non hai la forza per
combattere, questo distruggerà sia te che il mondo intorno. Com'è facile per
una sensazione fisica o un pensiero cancellare un amore di anni. Com'è facile
credere di intraprendere la scelta migliore calpestando quello che fino a poco
tempo prima ritenevi quanto di più sacro la vita ti avesse donato. Non ci sono
scelte giuste o sbagliate se a dettarle non è la verità insita nel tuo cuore.
Puoi essere
Hitler che, seguendo la sua “voce interiore”, attuò lo sterminio di migliaia di
persone indifese, abbandonate alla più arida crudeltà per un "bene superiore"; puoi essere Madre Teresa
che, seguendo la sua “voce interiore”, si batté per costruire una casa dove le
persone affette da malattie terminali potessero passare a miglior vita con
dignità, circondate dall'amore e secondo i riti della propria fede, senza
discriminazione alcuna. Da questo insegnamento ho imparato una sola cosa: a
bypassare l’esperienza per risalire alla volontà che era all'inizio di una qualunque
azione o di un qualunque sentimento. L’aspetto che rende liberi, se ci può
essere libertà in questo mondo, non è quello di seguire le proprie sensazioni o
i propri desideri, che siano dettati dal corpo o dall'anima, ma continuare a
costruire la strada intrapresa, nonostante tutto.
Ci sono
momenti in cui smarriamo il cammino della vita. Ogni pellegrino deve passare
nel deserto prima o poi. La soluzione più semplice sarebbe fermarsi in un’oasi:
lì c’è acqua in abbondanza, cibo, riparo dalla calura, compagnia, riposo, nonché
un paesaggio notturno di una bellezza indefinibile. Migliaia di stelle che
brillano nell'oscurità sembrano metterti in contatto col divino e col
resto del mondo. L’ambiente ti affascina, ti desidera, ti invita a restare, a trattenere
il tuo cammino. La tua bussola però continua ad indicare la direzione da
seguire; una voce, al contrario, ti dice di sostare lì, di godere di ciò che puoi ottenere, perché in quel luogo c’è un piacere sconosciuto: un mondo fuori dalle regole
dove puoi essere quello che vuoi; nessuno conosce il tuo passato, nessuno
conosce realmente chi tu sia. Fermarti lì, però, significa scollarsi da dosso la tua esistenza e con essa quanto di buono e di vero c’è stato fino a quel
momento; tutto quello che ti ha portato ad essere quello che sei.
Sembra
facile scrollarsi da dosso il peso degli anni. La sensazione di libertà che ti
aspetta ti affascina ulteriormente, sei disposto a sacrificare qualunque cosa
per quella persona che col sorriso sulle labbra è pronta ad ascoltare la tua
storia, le tue ansie e compartecipare alle tue sensazione. Ti fa sedere nella
tenda, ti libera dagli abiti, ti mette a tuo agio, ti rinfresca con acqua
pulita, ti ascolta con attenzione. Pensi di aver trovato un posto dove poter vivere per lungo tempo. Ebbene, può passare un anno, possono passarne due, anche
cinque o dieci, ma ben presto ti accorgerai che non c’è felicità senza
costruzione, che non c’è verità senza sofferenza, che non c’è libertà senza
legami autentici. Ciò che si insinua strisciando, se non è schiacciato per
tempo, è destinato a corrompere tutto, anche se all'inizio è un
sibilo affascinante.
Ti ritrovi, così, prigioniero dentro una piccola scatola, lontano dal mondo, con i ricordi più cari a rammentarti che la tua vita era ben altra cosa. Che nel
momento della difficoltà non hai saputo lottare in ciò che poco tempo prima ti era
parso giusto e che, giunto nell'oasi, avevi rinnegato e considerato come il tuo fallimento più
grande. Il bene non cambia, è la prospettiva del mondo che può ingannarci. La
prospettiva è la tua libertà di scegliere che cosa fare della tua vita e del mondo. C’è
chi decide di compiere sempre il bene, c'è chi insegue i propri istinti
e i proprio desideri, tuttavia i più vacillano tra queste due strade, e tra questi
ci sono anch'io. C’è forse bisogno di una vita per imparare a restare in
equilibrio? Forse una vita sola non basta. La lotta è impari, questo lo so. Ma
so anche che se la bussola continua a mostrare il nord, se non ci fermiamo per
troppo tempo in uno stesso luogo, se continuiamo a percorrere il deserto, prima o poi quello
che ci aspetta sarà incredibilmente superiore a quello che
abbiamo lasciato attraversando la sabbia.
I sentimenti non scompaiono nel tempo, anzi si rafforzano anche mutando di aspetto, sta a noi viverli con la giusta angolazione. È una nostra scelta, ma se decidiamo di restare in fondo ad un burrone potremo mai vedere l’orizzonte? Inoltre, chi è sul fondo ha realmente la forza di scalare quelle pareti impervie? O è più facile illudersi scaricando sugli altri la colpa delle proprie mancanze? C’è sempre la possibilità di chiedere una mano a chi si trova più in alto di noi, ma mai a chi è più in basso, altrimenti ci tirerà giù con sé. Se non soffri per costruire un amore fatto di tenerezza e di fiducia, di speranza e di condivisione, resterai per sempre prigioniero nell'abisso di un burrone e non potrai mai ammirare lo straordinario paesaggio che ti attende sulla vetta della tua vita.
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